martedì 10 marzo 2009

17. Navigando sulla mia chiatta

Mentre pranzavo al Cristorante, noto locale gestito da Gesù, pensai che fosse giunto il momento di fare la rivoluzione. Pagai il conto e andai a prendere il caffè nel locale a fianco, il Bar Abba, gestito da quattro svedesi e un palestinese. Non mi piaceva scegliere tra Cristorante e Bar Abba, se potevo li frequentavo entrambi. Al bancone incontrai Simona Ventura e le manifestai le mie intenzioni rivoluzionarie.
- Cosa intendi fare nel concreto? – mi domandò la Ventura.
- Negarti - risposi io.
- Hai detto annegarti? – chiese Simona preoccupata.
- No – risposi.
- Ah – disse lei.
Pagai il conto e uscii all’aria aperta. Ero certo del fatto che la Terra fosse piatta, così presi la mia chiatta e remai fino alla fine del mondo. Qui mi sporsi sull’orlo del precipizio e sputai. Tornai a casa felice. Frank Sinatra mi aspettava sul pianerottolo. In mano teneva delle maschere. Me le mostrò. Erano i volti di Tom Selleck, di un noto papa contemporaneo, di Madonna, di Simona Ventura, di Ugo Tognazzi, di Arnold Schwarzenegger, dell’Ultimo dei Mohicani, di Gesù, di Ralph Macchio e di molti altri personaggi. In ultimo Frankie si levò anche la maschera di Frank Sinatra. Mi guardai negli occhi. Fuori la pioggia di rane era finalmente cessata. Mi rilassai e mi addormentai. Nel sogno avevo il controllo pieno delle mie facoltà, potevo decidere di fare ciò che volevo. Decisi di addormentarmi.

giovedì 5 marzo 2009

16. Angelo bada ai lamenti

Nel sogno Laura Palmer mi disse che il suo assassino era il padrone delle mie mutande più belle, quelle verdi con l'elastico molto spesso. Poi mi condusse in cantina fino ad una botola segreta, che Laura disse essere l'ingresso dell'inferno. La aprì e vi si infilò dentro, chiudendola dietro di sé. Ero spaventato, ma la curiosità ebbe il sopravvento. Riaprii la botola e mi ci infilai anch'io. Sbucai in un grande prato verde, dove tanti Gianni Morandi gustavano le proprie feci. In cielo volteggiavano gabbiani e un uomo con le sembianze di Kyle McLachlan mi si avvicinò sussurrandomi all'orecchio che le discariche erano i nuovi giacimenti petroliferi. Il jazz riempiva l'aria e nell'acqua nuotavano rane fucsia. Kyle McLachlan era nudo ma senza organi sessuali, né maschili né femminili. Mi disse di essere orfano di entrambi i genitali. Piansi con lui, ma dai suoi occhi non uscivano lacrime, bensì nutella. Quando un Gianni Morandi si avvicinò a Kyle iniziando a leccargli la faccia pensai che forse non si trattava di nutella. Vidi Laura Palmer, che mi fece cenno di seguirla. Mi condusse sino a una chiesa un po' strana, dove l'altare, le panche, il crocefisso e tutto il resto erano appesi al soffitto. Entrammo e dentro vidi un noto papa contemporaneo, completamente vestito di nero, nero anche nel viso e con i capelli corvini. Era anche lui a testa in giù e dal pulpito predicava. Diceva che bisogna assolutamente temere la morte, che la morte è così spaventosa che bisogna sconfiggerla, a costo di usare le armi più potenti, bombe atomiche e gesucristirisorti. Chiesi a Laura se potevo svegliarmi, perchè quel sogno si stava tramutando in un incubo. Lei mi disse che avrei dovuto ucciderla e solo allora mi sarei potuto svegliare. In chiesa entrò un Gianni Morandi che mi offrì di leccare un gelato al cioccolato. Decisi che era troppo. Mi sfilai le mutande e con esse soffocai Laura Palmer. Erano le mie preferite, verdi con l'elastico molto spesso. Mi svegliai. Di fianco a me Lazzaro russava a più non posso. Fuori la pioggia di rane non sembrava avere intenzione di cessare. Andai di corpo copiosamente.

15. Rivoluzione

Ero nel letto nel cuore della notte quando squillò il telefono. Era Ernesto Che Guevara, ma aveva sbagliato numero, cercava James Hetfield. Quando mi riconobbe ne approfittò comunque per farmi un paio di domande.
- Scusa Alan, ma che ci facevi con in mano un imbuto mentre rincorrevi Susanna Messaggio in tangenziale completamente ricoperto di panna montata alle tre di pomeriggio in un torrido martedì dello scorso agosto? - domandò Ernesto.
- Probabilmente dovevo farle il cambio dell'olio- risposi, ancora assonnato.
- Scusa Alan, come pensi che faremo la rivoluzione?- continuò Ernesto.
- Vedi Ernesto, gli ingredienti di una buona rivoluzione sono molto semplici. Innanzi tutto, devi capire quali sono- risposi, ancora più assonnato.
- Quali sono cosa?- chiese il Che.
- Quali sono gli ingredienti della rivoluzione. Insomma, li devi capire da te. Se no ti liberi da un padrone solo per trovarne un altro. Ernia, abbi pazienza, ma domani mi sveglio tardi- dissi, sperando di poter riprendere il sonno.
Ernesto riagganciò schioccandomi un bacio attraverso la cornetta. Mi riaddormentai all'istante e in sogno mi apparve James Hetfield con la faccia di Gianni Morandi. In mano teneva un panino farcito di merda. Nel sogno mi disse che avrei dovuto cercare il capo supremo del mondo e dirgli di prendersela un po' meno e rilassarsi, perché le cascate sono vicine e il salto è inevitabile: meglio seguire la corrente e risparmiare le energie piuttosto che affannarsi in una lotta persa in partenza per remare contro corrente. Quando mi svegliai Lazzaro era stato risuscitato per l'ennesima volta e aveva le palle che gli giravano. Fuori c'era un diluvio di rane e io feci la cacca senza sforzo.

14. Salumi

Dal salumiere incontrai l'ottimo Virgilio Scarabacchetti. In quel momento stava interpretando il ruolo di Silvio Berlusconi, lo capii perché era circondato dalle guardie del corpo. Ne approfittai per fargli alcune domande.
- Scusi presidente, perché vuole tornare a produrre energia nucleare? - chiesi.
- Perché gli Abba, di cui sono molto amico su Facebook, mi hanno consigliato di lasciar perdere il solare e l'eolico, che metti che sia nuvolo o che non ci sia vento e sei fottuto, rimani senza luce - rispose l'ottimo Virgilio Scarabacchetti, ben calato nella parte.
- Perché non parla mai dell'origine del debito pubblico, del fatto che gli Stati sono di fatto alla mercé delle Banche Centrali, le quali, a loro volta, sono in mano a privati? - incalzai.
- Perché non so cosa vuol dire mercé - rispose il presidente.
- Perché state da mesi rompendo i maroni con questa crisi, facendo di fatto del terrorismo psicologico? Forse perché se tutti si pensa che ci sia crisi, poi questa si materializza? - domandai.
- Maroni non c'entra nulla, mi perdoni - rispose il Virgilio Silvio.
Poi una delle guardie del corpo, identica a James Hetfield, sussurrò minacciosamente all'orecchio dell'ottimo Virgilio Scarabacchetti, il quale, visibilmente spaventato, mi disse che preferiva non dover rispondere a nessun altra domanda.
Presi un etto e mezzo di bresaola e due etti di prosciutto cotto. Il salumiere, un sosia di San Paolo, mi guardò di traverso. Dietro di lui, nel retrobottega, intravidi Winston Churchill che mimava l'atto masturbatorio con un salame cacciatorino, mentre Raffaella Carrà si cospargeva il corpo di fette sottili di coppa. Quando vomitai ero già sull'autobus.

13. Svenni

Squillò il telefono. La voce all'altro capo del filo era di un noto papa contemporaneo:
- Ti avevo detto di uccidere Tom Selleck e non l'hai fatto. Ormai è troppo tardi - disse perentorio.
- Mi dispiace, come posso rimediare? - domandai, cercando di recuperare credito agli occhi dell'uomo di bianco vestito.
- Il tuo nuovo compito è quello di scoprire l'identità dell'uomo che ha sostituito Paul McCartney, da quando nel 1966 questi è deceduto in un incidente d'auto - disse l'uomo di fede. In sottofondo sentii una voce metallica (pareva James Hetfield) intimare al mio interlocutore di riagganciare. Il mio interlocutore riagganciò. Subito presi l'elenco telefonico, cercai il numero di Paul McCartney e lo composi.
- Pronto, qui casa McCartney - rispose una voce identica a qulla di JFK.
Trasalii e riagganciai. Capii al volo che Brandon Walsh aveva solo finto di uccidere JFK, il quale, vivo e vegeto, aveva sostituito Paul McCartney, il quale, vivo e vegeto, aveva preso il posto di John Lennon prima di essere ucciso a Central Park. Ma il vero John Lennon che fine aveva fatto? Telefonai a casa sua e mi rispose una voce identica a quella di Pippo Franco. Ma allora, se John Lennon era Pippo Franco, chi era Pippo Franco? Lo chiamai al suo cellulare e contemporaneamente squillò il mio. Quindi io ero Pippo Franco. Chi era allora Alan Bretella? Da sotto la porta d'ingresso qualcuno fece scivolare dentro casa mia un bigliettino. Lo lessi: Bud Spencer è Terence Hill. Svenni.

12. Ero in Oman e...

Ero in Oman e Coca in Oman è difficile trovarne. Presi una Fanta e la bevvi tutta d'un sorso. Gettai la lattina in un cassonetto, dentro al quale notai che bivaccava un essere soprannaturale onnisciente noto con lo pseudonimo di Ugo Tognazzi.
- Ciao Ugo, che ci fai qui? - domandai incuriosito.
- Faccio quello che faccio praticamente sempre, ovvero i cazzi miei - rispose Ugo con gentilezza.
- Me lo faresti un miracolo? - chiesi sfacciatamente, avendo letto su un noto libro molto spesso che molto spesso Ugo era solito fare miracoli.
- Che miracolo? - domandò Ugo circospetto.
- Boh, uno qualsiasi, decidi tu - risposi.
- Hai detto deicidi? - chiese Ugo con preoccupazione.
- No - risposi.
- Ah, allora va bene - disse Ugo sollevato.
In un attimo mi ritrovai sommerso da pani e pesci.
- Questa la sapevo già - dissi un po' deluso.
Intanto Ugo era sparito. Al suo posto nel cassonetto c'era Henry Winkler, alias Artur Fonzarelli, alias Fonzie, che smangiucchiava una nota marca di patatine al formaggio. Le sue dita erano così unte che dovetti fuggire a gambe levate. Mentre correvo notai una scritta su un muro che recitava "IL NUMERO DELLA BESTIA CORRISPONDE A GIANNI MORANDI". Sapevo per certo che il noto cantante italiano Gianni Morandi praticava con gusto la coprofagia e lo ammiravo per questo. Non sapevo che fosse l'Anticristo, ma la cosa mi lasciava piuttosto indifferente. Anche perché notai in un angolo una postina identica a Margaret Thatcher ma più alta e meno presbite. Mi mostrò il dito medio e vidi che su di esso era tatuata la seguente frase: "Tornando a Hanoi, come tu bonsai, l'estasiatico est asiatico e la rabbia saudita, il wc dormiente e il medio orienta". Se il medio orienta, pensai, dovrò seguirne l'indicazione. Mi incamminai dove il dito medio della postina indicava e dopo sei passi trovai il Sacro Graal. Grande fu la mia sorpresa quando vidi che dietro di esso, in lontananza, si vedeva un elicottero fucsia. Mai visto un elicottero fucsia. Bianco, giallo, rosso, anche nero. Fucsia mai.

11. Caverna

Mi stavo rilassando un po' davanti alle ombre nella caverna platonica quando Ugo Tognazzi mi intimò di lasciar perdere. Uscii fuori e rimasi abbagliato dall'intensa luce, tanto che dovetti chiudere gli occhi. Non riuscii a vedere Ugo, ma lui mi disse che ero in buona compagnia. Poi non lo sentii più e quando finalmente aprii gli occhi vidi che ero rimasto solo. Per poco, perchè passò di lì una diligenza trainata da due unicorni. In carrozza viaggiavano allegramente Susanna Messaggio e Ludwig Van Beethoven. Chiesi un passaggio e il cocchiere, identico a Lamberto Sposini ma senza protesi mammarie, mi sparò in faccia. Quando mi svegliai vidi Giucas Casella esultante perché, secondo lui, era riuscito a resuscitarmi. Ero dunque stato ucciso? Ero tornato miracolosamente in vita? Giucas Casella non riusciva proprio a farsi gli affari suoi? Ma soprattutto: era più giovanile Sharon Stone o Dorian Gray? Corsi al primo computer disponibile e sulla chat di Facebook chiesi a Ugo Tognazzi (sempre online 24 ore su 24, gran fancazzista...) se per caso lui sapeva qualcosa circa la mia presunta dipartita. Ugo Tognazzi mi disse di domandare alla persona alle mie spalle. Mi voltai e vidi Enzo Paolo Turchi completamente ubriaco e sporco di letame. "Enzo Paolo, sono morto sì o no?" gli domandai con mal celata curiosità. Enzo Paolo voleva tuca-tuccarmi con quelle sue mani lerce e puzzolenti, così mi allontanai da lui. Presi un megafono e rifeci la domanda: "Enzo Paolo, sono morto sì o no?". Enzo Paolo mi lanciò una copia di Playboy e fuggì via. Presi la rivista e vidi che sulla copertina era raffigurata l'Italia, nuda e sodomizzata da una serie di piccoli esseri brutti e bavosi mentre poco distante un tizio identico a me si masturbava in una caverna davanti a delle ombre. Corsi verso un laghetto e mi ci tuffai, certo di non saper annegare.

10. Rammendi

Mi stavo rammendando i calzini seduto su una panchina quando di fianco a me si sedette nientepopodimeno che Virgilio Scarabacchetti. Virgilio Scarabacchetti, forse molti non lo sanno, è l'attore che da innumerevoli anni interpreta Silvio Berlusconi. Dal 1978 per l'esattezza. Giorno e notte per 355 giorni all'anno l'ottimo Virgilio Scarabacchetti abbandona la propria identità per interpretare il noto personaggio Silvio Berlusconi. I restanti 10 giorni annui sono di meritata vacanza e probabilmente il giorno in cui lo incontrai coincideva con una delle poche pause dello straordinario attore. Ne approfittai per attaccare bottone:- Tu sei Virgilio Scarabacchetti, l'attore che interpreta Silvio Berlusconi, vero?- Sì. E tu sei Alan Bretella, il tizio che bevve quaranta litri di latte direttamente dalla mammella di Vacca Gare?- Sì.Seguì una pausa di diciotto minuti.- Chi ti scrive i testi? - domandai.- Un programma informatico che genera frasi random- rispose Virgilio.- Ti piace fare Berlusconi? - chiesi.- Mi sono affezionato al personaggio - disse.- Sai che c'è chi pensa che Berlusconi esiste davvero? - domandai.- Dici? No, non credo, forse qualche bambino - rispose.- Sono tuoi i capelli? - chiesi.- Sono della produzione, li dovrò restituire alla fine dello spettacolo - disse.- Quando finisce lo spettacolo? - domandai.- Ho il sospetto che non finirà tanto presto. Ho saputo per vie traverse che stanno facendo dei casting per trovare un mio sosia. Credo sia per l'eventualità che io tiri le cuoia, non sono proprio di primo pelo - affermò Virgilio Scarabacchetti.A quel punto passò davanti a noi Sabrina Cianciulli, l'attrice che interpreta Alan Sorrenti. Mi distrassi il tempo necessario per permettere all'ottimo Virgilio Scarabacchetti di sparire. Mi domandai come mai Rino Gaetano citasse così tante rose nelle sue canzoni. Poi mi specchiai nel pozzo e vidi che era ora di farmi le sopracciglia.

9. Area 51

Mentre scendevo verso terra dolcemente accompagnato dal mio paracadute mi si accostò un picciotto viaggiatore. Questi mi salutò con spiccato accento catanese e mi consegnò un bigliettino, prima di sparire rapidamente all’orizzonte. Lessi il messaggio:Vediamoci stasera.Atterrai nel mezzo dell’Area 51, luogo segreto e misterioso sotto il controllo dell’esercito americano. Qui incontrai casualmente Ralph Macchio che mi offrì un buon caffè al bar della base. Il barman dietro il bancone era un sosia di Henry Kissinger identico a Bud Spencer. Tra una chiacchiera e l’altra ne approfittai per chiedergli se era vero che all’interno dell’Area 51 si trovassero degli extraterrestri, come si vociferava in giro. Lui mi rispose che non era autorizzato a rispondermi ma che se volevo poteva svelarmi il nome dell’assassino di JFK. Quando gli dissi che sapevo già che si trattava di Brandon Walsh di Beverly Hills, alias Jason Priestley, ci rimase un po’ male. Feci per andarmene, ricordando che quella sera avrei avuto un appuntamento con qualcuno da qualche parte. Chiesi ad un extraterrestre che sorseggiava della camomilla bollente se per caso sapeva dov’era il luogo del mio appuntamento. Il tizio mi guardò e rispose che l’appuntamento era proprio lì, con lui. Mi stupii moltissimo, perché l’extraterrestre indossava dei pantaloni veramente attillati, fin troppo. Fuori ricominciavano a piovere rane. Mi sedetti al suo tavolo e ordinai il solito. Non arrivò nulla. L’extraterrestre si levò la maschera e mostrò il suo vero volto: era Tom Selleck. Tommy, alias Magnum P.I., mi disse che sapeva che io avrei dovuto ucciderlo, ma preferiva che non lo facessi, per ragioni squisitamente auto-preservative. Quando sento preservativo e auto nella stessa frase istintivamente reclino lo schienale. Così finii a gambe all’aria nel bar dell’Area 51. Quando mi rialzai Tom aveva perduto i baffi e piangeva. Accanto a lui un soldato che assomigliava molto a Tracy Spencer teneva in mano un rasoio elettrico. Nell’aria risuonava la voce di Gigliola Cinquetti e io iniziavo ad essere un po’ confuso.

8. Amicizie

Su Facebook scovai il celeberrimo essere soprannaturale onnisciente. Il suo pseudonimo era “Ugo Tognazzi”, probabilmente un omaggio all’attore di cui il triangolo occhiuto potrebbe essere fan. Subito guardai chi fossero i suoi amici. Ne aveva sette: Valentino Rossi, Elisabetta Canalis, David Sassoli, Fabio Capello, Serena Williams, Osama Bin Laden e Frank Sinatra. Porco Ugo, esclamai tra me e Winnie the Pooh. Solo sette amici… E tra questi non c’era il noto papa contemporaneo che si spaccia in giro come suo amico. Decisi di chiedere l’amicizia a Ugo Tognazzi. Già che c’ero la chiesi anche a Luke Perry e a Cicciolina. Cicciolina me la diede subito. Dopo averla presa le dissi che comunque si era sbagliata, perché le avevo chiesto solo l’amicizia. Intanto mi aveva risposto anche Ugo Tognazzi, in maniera positiva. Eravamo diventati amici. Nel frattempo anche Luke Perry mi diede una risposta affermativa. Ero amico del celeberrimo essere soprannaturale onnisciente e di Dylan McKay, cosa potevo desiderare di più? Subito scrissi sulla bacheca di Luke Perry alias Dylan McKay per chiedergli se Brandon non gli stesse un po’ sul culo. Poi scrissi sulla bacheca di Ugo Tognazzi per chiedergli se per caso portava il 42, perché avevo un paio di scarpe che non mettevo più da un pezzo e volevo sbarazzarmene. Intanto fuori piovevano rane. Ugo mi rispose subito:Porto il 42, perché me lo chiedi? Come ci conosciamo? Ti piace la pelota?Mi affrettai a rispondere:Perché se ti va ti regalo delle scarpe. Non ci conosciamo. Non so cosa sia.Mi sbrigai perché vidi che anche Luke Perry mi aveva scritto:Brandon è il killer di JFK, quindi mi è profondamente antipatico.Corsi in bagno a lavarmi i denti, come ogni volta in cui mi sentivo l’alito sporco.

7. Al parco giochi

Stavo scendendo dallo scivolo al parco giochi quando improvvisamente il sole si spense. Mi voltai e vidi che Arnold Schwarzenegger era visibilmente spaventato, tant'è vero che una chiazza scura iniziò ad allargarsi sui suoi pantaloni di velluto a coste. La mamma di Arnold, Madonna, disse che non c'era nulla di cui preoccuparsi: si trattava di un'eclisse. La luna si era frapposta tra la terra e il sole, un fatto naturale che si ripete periodicamente, spiegò Madonna. Notai però che la forma che oscurava il sole era rettangolare, quindi qualcosa non tornava. Si fermò lì vicino un'auto della polizia e ne approfittai per chiedere in paio di delucidazioni all'agente alla guida. Dapprima gli domandai se per caso sapesse chi era l'assassino di JFK, poi gli chiesi se fosse parente di Carlos Santana, il grande chitarrista a cui l'agente somigliava assai. L'agente rispose dicendo che non era un vero poliziotto, ma che il suo era un travestimento carnevalesco. Si stava recando ad un ballo in maschera travestito da Carlos Santana travestito da poliziotto. Si tolse la maschera e riconobbi al volo un noto papa contemporaneo. Chiesi al celebre uomo di fede se per caso non temesse questa strana eclissi. Lui disse che anche il sole si era travestito per carnevale, che dovevo assolutamente crederci, per il mio bene. Il sole si traveste per carnevale, questa è una verità. Chiesi al famoso capo religioso come facesse ad essere così sicuro. Lui rispose di essere quotidianamente in contatto via e-mail con un celeberrimo essere soprannaturale onnisciente. Prima che arrivasse a parlare di Tom Selleck mi dileguai. Andai in cerca di un vestito di carnevale, possibilmente di Rodrigo L'Amigo Troppo Figo.

6. Al supermercato

Ero al supermercato quando l'altoparlante strillò: - Attenzione prego, il signor Alan Bretella, ripeto il signor Alan Bretella, è desiderato in cassa centrale-.Levai la lingua dalla bocca di Christina Aguilera, uscii dal camerino e mi diressi verso la cassa centrale. Lì, dietro il bancone, mi attendeva un noto papa contemporaneo travestito da cassiera. Mi squadrò severamente e disse: - Figliolo, da quanto tempo non ti confessi?-. Un brivido mi percorse la schiena. Infatti, dietro al papa cassiera, vidi passare Robinson Crusoe con il carrello strapieno di provviste. Ero convinto che il vecchio Robinson fosse morto da un pezzo, ma tant'era. Intanto il papa cassiera, mentre attendeva una mia risposta, si lasciò andare a un sibilo anale piuttosto prolungato, seppur discreto. Personalmente avevo dimenticato la domanda, così per superare l'imbarazzo recitai un'Ave e tre Pater ad alta voce. Il papa cassiera mi ricordò con grande educazione e gentilezza che avrei dovuto uccidere Tom Selleck. Non mi fece pesare il fatto di non esserci ancora riuscito ed io apprezzai molto il suo tatto (sul mio culo). Poi l'anziano prelato cassiera mi sussurrò all'orecchio, mettendoci anche un pizzico di lingua: - Se ucciderai Tom Selleck ti svelerò dove si trova sepolto il noto fondatore di una religione che si regge sul fatto che lui è risorto e che se si sapesse che non è vero il capo di quella tale religione ce l'avrebbe nel culo, ti interessa sapere dov'è?-.- Ma dici la tomba di Cristo?- domandai circospetto. - Se parli di quella non ti scomodare troppo, perché so già dov'è: loculo 415 ala nordest del cimitero di Frosinone- aggiunsi baldanzoso.- Cristo...- disse il papa, prima di dileguarsi rapidamente, scortato da Warren Cuccurullo e Simon LeBon. Comprai una confezione di cereali per la colazione. Lazzaro permaneva morto e io avevo bisogno di compagnia. Winnie the Pooh non era più sufficiente, Tigro era un gran rompipalle e Alanis Morrisette non la smetteva di perder soldi al bingo. Avevo bisogno di un cambiamento...

5. Magnum P.I. must die

Avevo appena finito l'arraggiamento della nuova canzone dei Rondò Veneziano quando sentii bussare alla porta. Andai ad aprire e davanti a me trovai Frank Sinatra, il mio vicino di casa omonimo del famoso cantante. Con decisione mi spinse ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Aveva un nuovo paio di baffoni e in testa portava un colbacco.- Ciao Frankie, come va? - dissi.- Non sono Frankie, io sono uno dei cloni di Adolf Hitler - rispose Frankie.- Beh, come clone non sei riuscito molto bene. Assomigli di più a Stalin - notai.- Mi sono travestito da Stalin per non dare nell'occhio - replicò Frank.Poi mise una videocassetta nel mio videoregistratore e premette il tasto play. Sullo schermo del televisore apparve un noto papa contemporaneo, travestito da Heidi. Ripeteva in continuazione un monito, che per me divenne un imperativo:- Uccidi Tom Selleck, uccidi Tom Selleck, uccidi Tom Selleck.Corsi fuori dal mio appartamento, scesi le scale a tutta velocità, uscii in strada, entrai in panetteria, lanciai un'occhiata cattiva al panettiere sosia di Claudio Villa, mi diressi nel retro bottega e trovai Tom Selleck, eroticamente avvinghiato a Raffaella Carrà. Dietro di loro un clone di Winston Churchill mimava l'atto masturbatorio con l'ausilio di una baguette, ben cotta. Improvvisamente Claudio Villa fece esplodere una fialetta puzzolente carnevalesca e grazie allo scompiglio venutosi a creare Tom Selleck riuscì a svignarsela. Comprai una biova. Lazzaro era nuovamente morto e lo avevo seppellito sotto il tappeto in camera degli ospiti, così se per caso fosse stato ancora resuscitato non avrei dovuto fare molta strada per recuperarlo. Soffrivo un po' la solitudine, ma non ci pensavo. Dovevo uccidere Tom Selleck, questa era l'unica cosa importante.

4. Luna

La scorsa settimana mi è arrivata una lettera. Non capita molto spesso che mi arrivi una lettera. Così, quando la ho vista nella cassetta delle lettere, la ho subito presa, sopraffatto dalla curiosità. Non avevo le chiavi con me, così con un pugno ho rotto il vetro della cassetta. Ho strappato la busta e ho iniziato a leggere. Riassumendo, c'era scritto che l'uomo non è mai andato sulla luna. In pratica si è trattato di un errore del genere di quello fatto da Cristoforo Colombo. Lui pensava di essere arrivato in India e invece era l'America. Gli astronauti pensavano di avere raggiunto la luna e invece erano in Brianza, nel parcheggio di un grande centro commerciale di domenica. Al fondo della lettera, in caratteri minuscoli, c'era un numero di telefono. Non avevo il cellulare con me, ero nudo, forse non l'avevo specificato. Una volta ho provato ad uscire di casa nudo e con addosso il cellulare, ma facevo fatica a camminare. Comunque, visto che dall'ascensore stava uscendo Madonna, ne ho approfittato per rubarle il telefonino. Poi ho fatto il numero scritto nella lettera e mi ha risposto Frank Sinatra, il mio vicino di casa, con un rutto. Madonna ha bestemmiato dandosi della puttana e si è ripresa con il videotelefonino. Dalle scale è sbucato l'ultimo dei Mohicani, con una faccia triste triste, credo soffra la solitudine. Comunque ne ho approfittato per chiedergli cosa ne pensasse dell'uomo sulla luna, se secondo lui c'era andato davvero o se era tutta una bufala. Lui mi ha guardato fisso negli occhi e ha pronunciato queste parole: "lo", "q", "fan". Ma non in quest'ordine. Intanto Madonna riprendeva il mio pene. Poi si è avvicinata e mi ha sussurrato all'orecchio: "la luna non esiste". Ho avuto un'erezione così rapida e violenta che il sangue, affluendo copioso nei tessuti pisellari, ha abbandonato lo stomaco impedendomi di digerire.

3. Vips

Stamattina dal panettiere ho incontrato JFK. Lì per lì sono rimasto un po' stranito, non mi aspettavo di vedere in panetteria un presidente americano, per di più morto. Ma tant'è. Ne ho approfittato per fargli un paio di domande. Dapprima gli ho chiesto se era vero che a sparargli fu Lee Oswald, come recita la versione ufficiale. Poi gli ho chiesto se secondo lui Obama potesse essere un buon presidente, come tutti dicono. JFK era piuttosto scocciato, si vedeva che non gli andava di essere importunato. Mi ha detto innanzi tutto di farmi i cazzi miei, che tutte queste domande non gli piacevano, che non era vero che lui era JFK e nemmeno che era un omonimo di Frank Sinatra il celebre cantante. Poi, prendendomi in disparte mi ha confidato all'orecchio di essere un agente della CIA in incognito e di essere venuto a conoscenza di come sono andati i fatti laggiù a Dallas nel lontano 1963. A me nel frattempo era passato un po' l'interesse, anche perché nel negozio è entrata una ragazza con la maglia di Rodrigo L'Amigo Troppo Figo, un personaggio partorito dalla mia fantasia nel 1981. In effetti credevo che Rodrigo non fosse mai uscito dalla mia testa, ma tant'è. Mi sono avvicinato alla ragazza e ho scoperto che si trattava di Marylin Monroe. Mi sono stupito moltissimo, anche perché lei e JFK davano l'impressione di ignorarsi. Eppure sapevo che tra loro c'era stato del tenero. Poi il panettiere, un sosia di Claudio Villa, ha preso una baguette e ha iniziato a dar bastonate alla cieca, per creare un po' di scompiglio e dare la possibilità a Marylin e JFK di appartarsi nel retro bottega e probabilmente fare all'amore. Ho preso due biove ben cotte, una per me e l'altra per Lazzaro. Lazzaro è stato nuovamente resuscitato, contro la propria volontà, ma i mass media tengono nascosta la notizia. Lui è incazzato nero con Giucas Casella, perché avrebbe preferito restare morto. Comunque ora Lazzaro si nasconde da me, ma presto dovrò cacciarlo di casa per via del cattivo odore.

2. Terra cava

La Terra è cava, questo è assodato. Me lo ha detto Jimi Hendrix apparendomi in sogno. Non è vero che sotto la crosta c'è il mantello e poi qualcos'altro fino ad arrivare al nucleo. Stronzate. La Terra è cava. La Terra è abitata al suo interno. Questo non me lo ha detto Jimi, nel sogno aveva fretta e se ne è andato subito. Me lo ha detto Lazzaro nel sogno successivo. Lazzaro è il tipo che è vissuto due volte, come la donna di Hitchcock ma qualche anno prima. Negli immensi spazi sottostanti la superficie terrestre vivono degli esseri, simili a noi ma molto più avanzati. La loro civiltà è più progredita della nostra, me lo ha detto Frank Sinatra. Non era un sogno, Frankie è il mio vicino di casa, un tuttologo omonimo del celebre cantante. Secondo lui gli esseri che popolano l'enorme cavità interna della Terra sono così avanzati che non sanno più dove mettere l'immondizia. Così hanno deciso di sotterrarla. Per loro però sotterrare equivale al nostro estumulare. Così quando hanno sotterrato i loro rifiuti da noi si è verificata un'estumulazione degli stessi. E' per quello che a Napoli c'è stato tutto quel casino. Dal suolo son cresciuti come funghi sacchetti di immondizia. Non era colpa nostra. Questo me lo ha detto Bassolino quando lo ho incontrato al reparto surgelati del supermercato. Stanotte poi mi ha telefonato Gorbaciov. Ha sbagliato numero, cercava la Carrà. Comunque ne ho approfittato per chiedergli se lui sapeva qualcosa della Terra cava. Mikhail ha parlato per venti minuti, ma in russo e io il russo non lo capisco. Poi ha urlato PORCO CAPITALISTA e ha riattaccato. Mah

1. C'è Jimi?

Stanotte mi ha telefonato Gesù. Ha sbagliato numero: cercava Jimi Hendrix. Comunque ne ho approfittato per fargli un paio di domande. Dapprima, siccome lo avevo letto nel Vangelo, gli ho chiesto perché mai avesse voluto fondare la Chiesa; poi gli ho domandato come mai si fosse fermato proprio a Eboli. Lui, un po' stizzito, mi ha dato del deficiente spiegandomi che quello era un libro e che non dovevo confondere finzione e realtà. Poi ha riagganciato. Il problema ora è che non so a quale delle due domande ha risposto...