giovedì 5 marzo 2009

11. Caverna

Mi stavo rilassando un po' davanti alle ombre nella caverna platonica quando Ugo Tognazzi mi intimò di lasciar perdere. Uscii fuori e rimasi abbagliato dall'intensa luce, tanto che dovetti chiudere gli occhi. Non riuscii a vedere Ugo, ma lui mi disse che ero in buona compagnia. Poi non lo sentii più e quando finalmente aprii gli occhi vidi che ero rimasto solo. Per poco, perchè passò di lì una diligenza trainata da due unicorni. In carrozza viaggiavano allegramente Susanna Messaggio e Ludwig Van Beethoven. Chiesi un passaggio e il cocchiere, identico a Lamberto Sposini ma senza protesi mammarie, mi sparò in faccia. Quando mi svegliai vidi Giucas Casella esultante perché, secondo lui, era riuscito a resuscitarmi. Ero dunque stato ucciso? Ero tornato miracolosamente in vita? Giucas Casella non riusciva proprio a farsi gli affari suoi? Ma soprattutto: era più giovanile Sharon Stone o Dorian Gray? Corsi al primo computer disponibile e sulla chat di Facebook chiesi a Ugo Tognazzi (sempre online 24 ore su 24, gran fancazzista...) se per caso lui sapeva qualcosa circa la mia presunta dipartita. Ugo Tognazzi mi disse di domandare alla persona alle mie spalle. Mi voltai e vidi Enzo Paolo Turchi completamente ubriaco e sporco di letame. "Enzo Paolo, sono morto sì o no?" gli domandai con mal celata curiosità. Enzo Paolo voleva tuca-tuccarmi con quelle sue mani lerce e puzzolenti, così mi allontanai da lui. Presi un megafono e rifeci la domanda: "Enzo Paolo, sono morto sì o no?". Enzo Paolo mi lanciò una copia di Playboy e fuggì via. Presi la rivista e vidi che sulla copertina era raffigurata l'Italia, nuda e sodomizzata da una serie di piccoli esseri brutti e bavosi mentre poco distante un tizio identico a me si masturbava in una caverna davanti a delle ombre. Corsi verso un laghetto e mi ci tuffai, certo di non saper annegare.

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