giovedì 5 marzo 2009

15. Rivoluzione

Ero nel letto nel cuore della notte quando squillò il telefono. Era Ernesto Che Guevara, ma aveva sbagliato numero, cercava James Hetfield. Quando mi riconobbe ne approfittò comunque per farmi un paio di domande.
- Scusa Alan, ma che ci facevi con in mano un imbuto mentre rincorrevi Susanna Messaggio in tangenziale completamente ricoperto di panna montata alle tre di pomeriggio in un torrido martedì dello scorso agosto? - domandò Ernesto.
- Probabilmente dovevo farle il cambio dell'olio- risposi, ancora assonnato.
- Scusa Alan, come pensi che faremo la rivoluzione?- continuò Ernesto.
- Vedi Ernesto, gli ingredienti di una buona rivoluzione sono molto semplici. Innanzi tutto, devi capire quali sono- risposi, ancora più assonnato.
- Quali sono cosa?- chiese il Che.
- Quali sono gli ingredienti della rivoluzione. Insomma, li devi capire da te. Se no ti liberi da un padrone solo per trovarne un altro. Ernia, abbi pazienza, ma domani mi sveglio tardi- dissi, sperando di poter riprendere il sonno.
Ernesto riagganciò schioccandomi un bacio attraverso la cornetta. Mi riaddormentai all'istante e in sogno mi apparve James Hetfield con la faccia di Gianni Morandi. In mano teneva un panino farcito di merda. Nel sogno mi disse che avrei dovuto cercare il capo supremo del mondo e dirgli di prendersela un po' meno e rilassarsi, perché le cascate sono vicine e il salto è inevitabile: meglio seguire la corrente e risparmiare le energie piuttosto che affannarsi in una lotta persa in partenza per remare contro corrente. Quando mi svegliai Lazzaro era stato risuscitato per l'ennesima volta e aveva le palle che gli giravano. Fuori c'era un diluvio di rane e io feci la cacca senza sforzo.

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