giovedì 5 marzo 2009

9. Area 51

Mentre scendevo verso terra dolcemente accompagnato dal mio paracadute mi si accostò un picciotto viaggiatore. Questi mi salutò con spiccato accento catanese e mi consegnò un bigliettino, prima di sparire rapidamente all’orizzonte. Lessi il messaggio:Vediamoci stasera.Atterrai nel mezzo dell’Area 51, luogo segreto e misterioso sotto il controllo dell’esercito americano. Qui incontrai casualmente Ralph Macchio che mi offrì un buon caffè al bar della base. Il barman dietro il bancone era un sosia di Henry Kissinger identico a Bud Spencer. Tra una chiacchiera e l’altra ne approfittai per chiedergli se era vero che all’interno dell’Area 51 si trovassero degli extraterrestri, come si vociferava in giro. Lui mi rispose che non era autorizzato a rispondermi ma che se volevo poteva svelarmi il nome dell’assassino di JFK. Quando gli dissi che sapevo già che si trattava di Brandon Walsh di Beverly Hills, alias Jason Priestley, ci rimase un po’ male. Feci per andarmene, ricordando che quella sera avrei avuto un appuntamento con qualcuno da qualche parte. Chiesi ad un extraterrestre che sorseggiava della camomilla bollente se per caso sapeva dov’era il luogo del mio appuntamento. Il tizio mi guardò e rispose che l’appuntamento era proprio lì, con lui. Mi stupii moltissimo, perché l’extraterrestre indossava dei pantaloni veramente attillati, fin troppo. Fuori ricominciavano a piovere rane. Mi sedetti al suo tavolo e ordinai il solito. Non arrivò nulla. L’extraterrestre si levò la maschera e mostrò il suo vero volto: era Tom Selleck. Tommy, alias Magnum P.I., mi disse che sapeva che io avrei dovuto ucciderlo, ma preferiva che non lo facessi, per ragioni squisitamente auto-preservative. Quando sento preservativo e auto nella stessa frase istintivamente reclino lo schienale. Così finii a gambe all’aria nel bar dell’Area 51. Quando mi rialzai Tom aveva perduto i baffi e piangeva. Accanto a lui un soldato che assomigliava molto a Tracy Spencer teneva in mano un rasoio elettrico. Nell’aria risuonava la voce di Gigliola Cinquetti e io iniziavo ad essere un po’ confuso.

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